venerdì 11 gennaio 2013

Osteria degli Ottoni





Freddo, freddo gelido e pungente. E' una di quelle serate in cui tutto sembra andare storto e tutte le porte ti sbattono in faccia. Inoltre è maledettamente freddo. Ci vuole una bella idea e forse ne ho una. Mi viene in mente Roberto, che non vedo da tempo, ma so che ha aperto un locale in pieno centro. Non ricordo il nome del ristorante, ma so come arrivarci. La posizione è davvero splendida, l'osteria si trova nel tratto di Via Pomba davanti  al cinema Nazionale. Leggo l'insegna "Osteria degli Ottoni", okay siamo arrivati. Siamo davvero infreddoliti ed entriamo per cercare un riparo, prima ancora che un tavolo. Una gentilissima signorina ci accoglie promettendo di farci accomodare in pochi minuti. L'ambiente è molto accogliente i colori caldi, la luce vagamente soffusa,  non manca nemmeno un camino scoppiettante a completare il tutto.
Arriva Roberto che mi accoglie con la solita affabilità. Ci conosciamo da tanti anni e fare qualche chiacchiera è molto piacevole. Mentre aspettiamo il tavolo ci offre un calice di Barbera Superiore che si rivela squisito. Questo posto incomincia a piacermi davvero. Torna la signorina, come promesso il tavolo è pronto. Entriamo nella saletta interna, vicino alla cucina e a fianco ad una grande tavolata di stranieri che parlano una lingua indecifrabile, ma tutto sommato simpatica. Iniziamo la lettura del menù che riserva alcune sorprese. L'impronta è chiaramente quello della cucina piemontese, e non mancano i Tumin Elettric e neppure la Bagna Caoda, ma non conosco un paio di piatti dei quali chiedo una descrizione. In particolare rimango colpito dal Bue al Cucchiaio, il cui nome mi desta delle curiose fantasie degne di un bestiario medievale. Si tratta di un arrosto cotto lungamente e tanto tenero da potere essere mangiato con un cucchiaio, forchetta e coltello non sono infatti previste. La cremina di sedano rapa che lo accompagna, gli dona poi un sapore veramente degno di nota.

Dopo un ottimo primo, decido di concedermi una trippa. E' un piatto che per anni è stato bandito da tutti i ristoranti della zona e che finalmente si riaffaccia nei menù dei ristoratori più coraggiosi. In questo caso si tratta di una trippa delicata ed elegante, decisamente gradevole. Adattissima per il tavolo dei turisti alle mie spalle, forse un po' troppo addomesticata per il mio gusto.
Concludiamo la cena con un dolce, e il semifreddo all'amaretto si rivela una scelta davvero indovinata. Il vino della casa che ha accompagnato tutto il pasto si conferma davvero di buona qualità e di notevole robustezza. Dopo il caffè al tavolo, ci spostiamo alla cassa dove il conto viene accompagnato da una grappa offerta da Roberto. Il conto è assolutamente ragionevole, e le grappe, graditissime, non sono necessarie a digerirlo.
Siamo di nuovo per la strada, ma ora non sembra fare freddo. Il Ruchè bevuto a tavola inizia a farsi sentire... molto gradevolmente.



Osteria degli Ottoni
Via G. Pomba, 6  Torino (TO)
Tel. 011 860 0105

venerdì 21 dicembre 2012

Ristorante Grande Muraglia






La missione è complicata. Organizzare una cena per un sacco di persone cercando di non scontentare nessuno. E' talmente difficile che decido di adottare una strategia a sorpresa:questa volta scontenterò tutti! Oramai ho deciso, quindi invio un sms in cui indico l'orario ed il luogo del ritrovo: un ristorante cinese! Come mi aspettavo scatta il panico. Ricevo messaggi di amici straziati, telefonate di fuoco e quant'altro. Le parole sono sempre le stesse e nascono dalla convinzione che i ristoranti cinesi siano posti orribili in cui si mangia pessimamente. Difficile ribattere. Tutti noi abbiamo trascorso penose nottate a combattere strenuamente con terribili pietanze orientali che non ne volevano sapere di arrendersi alle regole della digestione. Gelido rispondo a tutti allo stesso modo: "Ho già prenotato. Il programma non cambia". Mi godo la situazione. Tutto è andato esattamente come immaginavo.

Ora il ristorante Grande Muraglia non è esattamente un locale per coppiette.Si nasconde tra le verdi colonne della Banca San Paolo di corso Emilia e passandoci in macchina è facile non vederlo. Balza invece all'occhio il gran numero di energumeni dalla faccia truce che spesso bighellonano da quelle parti. Ovviamente l'impulso di accelerare e fuggire sgasando è molto forte. Da fuori poche decorazioni in tema e qualche scritta ci fanno capire che si tratta di un ristorante cinese, ma appena si entra all'interno si resta sorpresi. Quasi tutti i clienti sono orientali e consumano piatti che raramente abbiamo visto in vita nostra. Conosco questo locale grazie al consiglio del mio complice Pinocchio, che deve il suo soprannome proprio ad una ragazza orientale (e forse al suo naso extra large).Pinocchio ama follemente l'Asia e da anni studia con una passione invidiabile la lingua cinese. E' stato lui ad avere scovato questo posto ed ad avermelo fatto conoscere.

Gli amici arrivano trascinandosi controvoglia e i saluti sono meno calorosi del solito. Seduti al tavolo tutti sprofondano nella lettura del menù, scoprendo con disappunto che alcuni di questi sono interamente in cinese. Rido sotto i baffi fingendomi sorpreso. Questo è uno dei ristorante dove i membri della comunità cinese si ritrovano. I clienti italiani sono benvenuti, ma non sempre previsti. Comunque sia la scelta è difficile anche per chi ha ottenuto un menù tradotto nella nostra lingua. I piatti sono quelli tradizionali della cucina del sud della Cina ed il famoso Riso alla Cantonese non è nemmeno contemplato. Arriva la cameriera e viene subito da me. Ci conosciamo da tempo e sa bene che sono sempre interessato ai suoi consigli. Oggi mi sento cattivissimo ed approfittando della situazione decido di ordinare per tutti. Conosco alcuni piatti speciali che possono fare contenti anche palati non avvezzi ai sapori orientali e ne richiedo un gran numero. Gli amici che tenevano le dita schiacciate tra le pagine del menù in modo da rintracciare ciò che avevano scelto, sbiancano vedendo la bella figlia dell'Oriente allontanarsi dal nostro tavolo e iniziano a guardarmi in cagnesco.

Lo scherzo finisce qui. Ora iniziamo a fare sul serio.
Come dicevo ho cenato molte volte al Ristorante Grande Muraglia e ne sono sempre rimasto soddisfatto. Curioso come sono, volevo sapere se quelli fossero veramente i piatti ed i sapori originali, quindi ho invitato in varie riprese alcune amiche originarie di Taiwan. Una in particolare si è commossa nel mezzo della cena dicendo: "Questi sono piatti difficili da trovare persino a casa mia". Probabilmente anch'io avrei le lacrime agli occhi se mi ritrovassi a mangiare tagliolini al tartufo d'Alba in un localino dello Zhejiang...

Ma ora torniamo alla nostra cena. Per motivi filologici  forse avrei dovuto ordinare the verde per tutti, in modo da accompagnare elegantemente i sapori, ma visto che era palpabile il rischio del linciaggio, ordiniamo birra per tutti. Birra cinese ovviamente, così salviamo le apparenze. L’arrivo dell’anatra arrosto rasserena gli animi più cupi. Alcuni si lamentano perchè è un po' freddina. In effetti un passaggio sui fornelli avrebbe certamente giovato, ma il sapore è davvero squisito e ne mangio una quantità pantagruelica. Arriva il granchio cucinato in maniera spettacolare. Alcuni lo guardano con sospetto e forse anche con paura. Non Grillo Parlante che ama giocare soprattuto quando il gioco si è fatto duro. Ultimo di una stirpe di lupi di mari, non si lascia minimamente spaventare dall'aspetto orribile della creatura degli abissi e la divora con gusto notevole. Me ne accorgo appena in tempo per salvare dalle sue fauci una piccola porzione che mi godo trionfante.

E' la volta dei raviolini brasati che conquistano tutti. I piatti si riempiono con una velocità sorprendente e altrettanto rapidamente tornano a svuotarsi. Il successo è talmente travolgente che ne ordino ancora parecchie porzioni. Ecco arrivare i rinforzi quando viene servito il riso all'erba cipollina. Le timidezze ormai sono state superate e i vassoi sono ripuliti in tempi davvero minimi.  Alcuni sfiniti da questo turbinio di delizie, si allontana dal tavolo per concedersi una sigaretta davanti all'entrata del ristorante. Uno sbaglio terribile. Appena la porta si chiude, arrivano al tavolo le striscie di carne alla soia, uno dei piatti forti del locale. Anch'io casco nell'errore e riesco a gustare questa delizia solo grazie al buon cuore di una preziosa amica che ne ha messo in salvo una piccola porzione.
Siamo arrivati ai dolci. La cameriera ci invita ad assaggiare gli occhi di drago, frutti pregiati e rari che difficilmente si possono trovare freschi e saporiti come in questo caso. Ricordano  il lycis, ma il sapore risulta ancora più ricco. Veramente deliziosi. Viene anche proposto il dolce di patata viola. Immagino si tratti di un tubero dolce, come la patata americana, ma non capisco perchè venga detta viola. Poco dopo scopro con sorpresa che il colore è davvero di un viola acceso, ed il sapore è assolutaemente delizioso. Siamo stati fortunati, alcuni di questi piatti sono difficili da trovare, ma il giorno dopo è atteso a pranzo l'Ambrasciatore cinese e quindi abbiamo avuto la fortuna di assaggiare delle vere leccornie per palati esigenti.
Dopo i caffè, le grappe, le sambuche e persino alcuni sakè, arriva il conto che vi assicuro essere stato davvero molto contenuto. Una attenta amica che inizialmente mi aveva tempestato di domande sulla qualità del cibo e sul sapore di certi piatti particolarmente esotici, mi sussurra con voce soddisfatta: "Abbiamo  mangiato davvero bene".
“Certamente. Avevi forse  dei dubbi?”.

Ristorante Grande Muraglia 
Corso Emilia, 2
10152 - Torino (TO)
tel: 011.5539420